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(Da giocatore con la formazione 66/67) |
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(Alla guida della Libertas Fabriano) |
Ugo e Giuliano, due personalità che si completavano, forte, autoritario, determinato, un despota come si definiva, il secondo, di tutt’altra pasta Ugo, con il suo fare tranquillo, ma comunque profondo conoscitore di basket, anch’esso determinato e che aveva avuto in tanti anni un maestro di prim’ordine come Guerrieri. Una crescita anno dopo anno del Fabriano Basket, vittoria dopo vittoria, promozione dopo promozione, vissuta in simbiosi o quasi tanto che quando, nel bel mezzo della Poule A per la promozione in serie A2, nel febbraio del 1979, Giuliano Guerrieri si dimise, perché la “creatura” che aveva costruito non la sentiva più “sua”, poiché il clima non era più quello che aveva favorito il germogliare dei successi cartai, la squadra fu affidata proprio a Ugo Sghiatti. Il presidente Enzo Carnevali, anche lui scomparso lo scorso aprile convinse Guerrieri a rimanere nella società come direttore tecnico e affidò la squadra che appariva in crisi di nervi come detto a Sghiatti, poi affiancato dal pesarese Giorgio Secondini. Le prime partite non sembravano aver destato dal torpore quel gruppo che Guerrieri aveva creato e plasmato come detto con vigore e quando la stagione sembrava, ormai segnata la squadra infilò ben nove successi di fila compreso l’ultimo contro Brindisi. Un ruolino di marcia entusiasmante che regalava a Fabriano il primo posto in classifica e il vantaggio del fattore campo proprio nella finale contro Brindisi… E poi tutti sappiamo come andò a finire, con l’apoteosi del Fabriano Basket. Quando tutto sembrava essere perduto, Sghiatti invece, senza far troppo rumore com’era suo carattere, con la stessa discrezione di chi conosceva allo stesso modo la quiete e la tempesta, riuscì a ricucire con la tranquillità, una delle sue doti, quel gruppo composto da fabrianesi e pesaresi e a riannodare i fili di quella squadra che le dimissioni di Guerrieri sembravano aver reciso irrimediabilmente per sempre. Era anche il successo di un uomo all’apparenza mite, ma al contempo determinato e appassionato e tecnicamente preparato, con il quale si stava bene insieme anche al di fuori del parquet, -come ricorda Fabrizio-. Terminata quella magnifica avventura, Ugo sedette diverso tempo sulla panchina della Libertas, la seconda società di Fabriano, impegnata nel campionato di promozione, e contribuì a diffondere il verbo della palla a spicchi anche in altre realtà limitrofe, come ad esempio a Sassoferrato.
STEFANO BALESTRA