di STEFANO BALESTRA
I protagonisti di questa storia di questo caldo agosto 2024
sono Federica, Lisa, Alberto, Santina, Ray e una bicicletta…
La bicicletta muscolare è quella di Alberto Vitali, Santina
è la cavalla guidata da Lisa Bianchini e infine Ray un castrone nel binomio con
Federica Di Pietro, nella vita compagna di Alberto Vitali.
Federica, è dotata di una grande passione per gli animali,
con i quadrupedi in particolare, che nutre fin dalla tenera età di tredici
anni. Dunque si può ben dire che il cavallo è stato e continua a essere la sua
vita, cercando inoltre di far conoscere e crescere il turismo equestre nelle
nostre zone. Nel 2020, Federica e Alberto, avevano dato vita a una horsebike,
ossia un cammino di 300 chilometri da Fabriano a Calenzano in Toscana per
festeggiare i vent'anni della loro convivenza, lei a cavallo e lui in mountain
bike. Questa volta l’appuntamento è stato con il prestigioso e denso di
significati Cammino delle terre mutate che può essere considerato un itinerario
diverso da qualunque altro. Unisce terre colpite dal terremoto dell’aprile 2009
a L'Aquila e di Amatrice e Castelluccio di Norcia dell’agosto 2016,
dell’ottobre dello stesso anno e del gennaio 2017. Un tragitto attraverso le
regioni di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo che si dipana attraverso due
gioielli del centro Italia, il parco dei monti Sibillini e quello dei monti
della Laga - Gran Sasso, con le cime più alte di tutto l'Appennino. Un viaggio bellissimo
ma doloroso, che regala incontri unici, e la possibilità di portare un segno di
vicinanza a un territorio dimenticato per troppo tempo dalle istituzioni.
Doloroso perché s’incontrano borghi e paesi come perle incastonate in paesaggi
senza tempo che restano aggrappati con le loro macerie e con le loro case in
equilibrio precario, simbolo di un’Italia in equilibrio perennemente precario,
territori sospesi tra un passato glorioso e ricco di storia, d'arte e che forse
non tornerà mai a essere tale e a splendere come prima, e un futuro cui
purtroppo in pochi credono, stante lo spopolamento feroce post sisma. In mezzo
un presente in cui a regnare è la precarietà e la provvisorietà in cui s’intravedono
i primi segni, timidi ma tangibili di ricostruzione, ma che sarà lunga anzi
forse lunghissima.
I nostri amici, sono partiti da Fabriano in direzione
L’Aquila, Lisa, fiorentina con Federica, Alberto Vitali, questi ultimi una
coppia fabrianese anche nella vita e che sono dipendenti Beko Europe, Federica
a Melano e Alberto impiegato alla Whirlpool Technology service a Fabriano. Per
la prima volta in assoluto viene fatto questo percorso con un connubio tra equini
e mtb.
Base di partenza casa della coppia a Fabriano, in questo
viaggio lento, rispettosi dei luoghi colpiti dal sisma del Centro Italia, al
ritmo degli zoccoli dei cavalli, toccando diverse tappe, sette per la
precisione, per un totale di 250 chilometri, tutte caratterizzate dall'incontro
con persone dalla grande ospitalità, che dignitosamente ma orgogliosamente
hanno deciso di restare, provando a far rinascere una terra trasformata nella
fisionomia nell'anima e che rappresentano questi luoghi feriti:
San Severino Marche da Fausto della Mora, Casette
agriturismo a Fiastra, Stefano e Michela nella loro azienda a Ussita sotto lo
sguardo austero dei 2000 metri del monte Bove. Suggestivo e passaggio per la
piana di Castelluccio, uno degli ambienti naturali più stupefacenti d'Italia, a
metà tra marte e il far west, luogo mistico, un pezzo di Tibet piantato nel
cuore dell'Italia dominato dal Monte Vettore, sintesi di bellezza e dolore e la
sosta presso il Sibillini Ranch e tutto il suo staff. Poi lasciato il pian
Grande, bruciato dal sole, tra greggi che pascolano in lontananza e il parco
dei Sibillini per entrare brevemente nel Lazio passando da Accumoli, direzione
Amatrice, Fabio del maneggio Il Destriero ad Amatrice, poi in Abruzzo, Nicola
Zarlenga a Capitignano a Carlo Rossi a Paganica. Tanti ancora i segni
della distruzione ben visibili dei diversi borghi e paesi incontrati con tante case
ancora inagibili in attesa di ristrutturazione, impacchettate tra cavi
d'acciaio e assi di legno,dove in alcuni casi manca una parete e dove dalla
strada si possono intravedere letti e mobili, di altre resta solo una parete,
con i vestiti sull'appendiabiti o i piatti sulle mensole. Conclusione
dell’avventura, tra la natura maestosa in potenza e bellezza, dove come detto
sono ancora ben visibili le cicatrici del terremoto, con l’arrivo presso la
basilica di Santa Maria di Collemaggio, simbolo della città de L’Aquila, con in
mano orgogliosamente la credenziale del viandante completo dei timbri dei
luoghi attraversati a confermare l’autenticità del cammino.
Il trio, che sicuramente ha portato a casa un’emozione,
un’esperienza, una ricerca interiore ed una storia uniche ed indimenticabili
per tutta la vita, con i cavalli che con il loro incedere, scandito dal rumore
dei loro zoccoli quasi a tracciare un cammino di riconciliazione tra essere
umano e natura, ringrazia veramente con tutto il cuore i punti tappa che da
esterni hanno permesso la realizzazione di questo cammino. Inoltre un grazie va
a Jacopo Angelini fabrianese, per aver dato loro fiducia e supporto in questo percorso,
referente del WWF Marche settore biodiversità ed autore recentemente del
libro "Ambiente e monachesimo" Storia ed evoluzione degli
habitat dell'Appennino umbro marchigiano, nonchè ornitologo, faunista e
studioso di storia dell'ambiente dell'Appennino. Viaggiatore appassionato, si
interessa degli ecosistemi d'alta quota e dei popoli indigeni montani dai
Pirenei e all'Himalaya. Un grazie anche alla gente incontrata per strada,
compresi Adriano Rovo a Marika Stella e Leonardo Liurni che ci hanno fatto
compagnia per le prime 2 tappe. A questo cammino che ci ha insegnato ancora una
volta che il sisma ci ha toccato profondamente.
Infine un pensiero particolare ai cavalli Santina e Ray, ai
muscoli di Alberto che hanno reso possibile tutto questo. Ed intanto si pensa a
nuove ed emozionanti avventure da realizzare prossimamente.