7 agosto 1983, era una calda domenica agostana di trenta anni fa, quando si consumò a migliaia di chilometri da Fabriano una tragedia sportiva che traumatizzò letteralmente Fabriano, in costante trepidazione per giorni e giorni, all’epoca non esistevano internet, il telefono satellitare, il cellulare per cui le notizie arrivavano telefonicamente o via telex con il contagocce e in maniera difficoltosa da zone all’epoca incontaminate o quasi dalla presenza umana. HUNZA ’83, era il nome della spedizione organizzata dal CAI di Fabriano, la seconda extraeuropea dopo di quella del 1980 nelle Ande peruviane che vedeva tredici alpinisti fabrianesi impegnati nel Karakorum pakistano, ai confini con l’India e la Cina, nella scalata appunto dell’Hunza, vetta inviolata all’epoca. Mancavano pochi metri, forse cinquanta al raggiungimento dei 6000 metri della vetta, poi definita “Cima Fabriano”, allorquando una delle due cordate nelle quali era diviso il gruppo di fabrianesi, vittima dell’imponderabile, di quel rischio che esiste sempre in uno sport bellissimo come l’alpinismo, che a volte non perdona, perse la presa sul ghiaccio durissimo ricoperto dalla neve fresca ed in pochi attimi, si consumò la tragedia che vide perire Stefano Galante, a poco dal compiere il ventesimo anno di età e Luigi Gregori, quarantunenne e Gastone Stelluti e Ettore Micheletti riportare delle ferite. Stefano e Luigi, come tutti i membri del gruppo, avevano capacità, pratica e una lunga preparazione durata un anno intero e cercavano di sapere qualcosa di più, dal punto di vista esplorativo e cartografico, su una terra sconosciuta, uccisi da quella montagna che avevano tanto amato e dove da allora riposano per l’eternità. Questo il ricordo sulla targa, posta sulla stele a ricordo presso il cimitero da Santa Maria di Fabriano: 7 AGOSTO 1983 “CIMA FABRIANO” mt.6000 Non sono ritornati giù con noi Sono rimasti sotto quella cima Che toccavano quasi con mano Stanno adagiati, con la faccia al cielo Sulla candida coltre della neve Parlano di noi, della famiglia Di tante montagne da scalare Finchè il sole piano piano parte E lascia Gigi e Stefano a sognare.
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