E
oggi sono 30 anni di lavoro e di lavoro in Indesit Company, anche se nel cuore
sempre sarà Merloni Elettrodomestici... E già, anche da questi giorni in poi,
dovremmo ragionare con una visione forse globale, così come ci imporrà l'epopea
Whirlpool...
Era
il 16 ottobre 1986, un giovedì, stabilimento di Melano Marischio, quando, poco più che
ventenne, dopo essermi diplomato e aver svolto il servizio militare, entravo
per la prima volta nel mondo del lavoro... In quell’esperienza, che con i tempi
che corrono, posso orgogliosamente dire essere stata l'unica della mia vita.
Come puoi scordarti i primi volti che con fare paternalistico ti accolsero in
quella che allora era una grande famiglia e in un giorno che rimarrà indelebile
nella tua vita. Imberbe ragazzino con le gambe tremanti…. " Ehi ciccino!" Ancora mi riecheggia
nelle orecchie, il modo con il quale il caporeparto di allora ti chiamava in
maniera bonaria oppure la pazienza dei colleghi di allora nell'insegnarti i primi
segreti del mestiere, con i quali poi ti aprivi raccontandogli la tua gioventù
in cambio delle perle di saggezza di chi aveva qualche anno più di te e non
solo lavorativo...
E
dopo due duri anni di contratto di formazione, dove di soldi, a differenza
delle conquiste per le successive assunzioni a tempo determinato o addirittura
interinale, se ne vedevano veramente pochi e con la paura che non ti
riconfermassero, anche se conscio di fare sempre il mio dovere, il 1° ottobre
1988 ecco la lettera che trasformava il mio rapporto di lavoro a tempo
indeterminato, ero "fisso" alla Merloni Elettrodomestici, una realtà
quasi esclusivamente a livello regionale. Un posto quasi “statale” allora.
Ma
in questo trentennio, grazie all’amico Vittorio Baldoni, che mi convinse ad
abbracciare la causa del sindacato, ho avuto anche la fortuna di vedere, con
orgoglio l’ascesa di un’azienda impostasi grazie al genio di Vittorio Merloni
anche a livello mondiale, fino alla storia di oggi, anche dal di dentro, dalla
prospettiva sindacale che mi ha permesso di comprendere le dinamiche e vivere
sulla mia pelle e anche in prima persona, mettendoci la faccia, la lotta per il
posto di lavoro come la vertenza del 2013. Quando sono entrato, si parlava il
“fabrianese”, oggi più l’inglese che l’italiano, ma questa è un’altra storia.