domenica 31 dicembre 2017

BUON 2018!!!


A tutte e tutti gli amici, i più sinceri auguri per un 2018 ricco di serentà e soddisfazioni. BUON ANNO

venerdì 22 dicembre 2017

L'ATMOSFERA DEL NATALE....



Chiudi gli occhi, scatta la musica, l'atmosfera del Natale alle porte si fa sempre più palpabile. Mancano pochi giorni alla festa più bella dell'anno, la festa della famiglia e del calore che questa parola emana...ma davanti ai tuoi occhi scorrono inesorabilmente come in un film che custodisci gelosamente nel tuo cuore, i volti di tutti coloro ai quali avresti voluto augurare "Buon Natale" ma che il destino ha rapito dalla tua vista, ma non dal tuo cuore....

EPITAFFIO PER UN AMICO....


LA NOTTE E' INSONNE, IL TUO VISO, CHE TI FA SEMBRARE ADAGIATO IN UN SONNO SERENO, CONTINUA A PASSARMI DAVANTI AGLI OCCHI...
ANGELO, PREMATURA TI HA COLTO LA MORTE, CHE HA RECISO LA TUA VITA TERRENA, MA NON IL RICORDO DELLA BELLA PERSONA CHE ERI E CHE CONTINUERAI AD ESSERE NEI NOSTRI CUORI PER SEMPRE...
SEMBRA IMPOSSIBILE, CHE TU TI SIA ADDORMENTATO PER SEMPRE, MA NULLA POTRA' SFUMARE I MIEI RICORDI DEI MOMENTI TRASCORSI INSIEME A PARLARE DELLA NOSTRA PASSIONE, LA CISL, IL SINDACATO, VISSUTO CON UMILTA' E LEALTA' COME MEZZO PER PROVARE A DARE UNA MANO AL PROSSIMO... MA NEANCHE LE PAROLE SCAMBIATE SULLA TUA GRANDE PASSIONE, QUELLA DEI CAVALLI... MI E' SEMPRE RIMASTO IMPRESSO IN MENTE IL NOME DI UNA TUA CAVALLA, BANDITELLA....
ADDIO AMICO, OVUNQUE TU STIA ANDANDO.... CI MANCHERAI....
UN GIORNO CI RIVEDREMO...

sabato 11 novembre 2017

ORDINE DEI GIORNALISTI DELLE MARCHE - PROROGATA AL 31 DICEMBRE 2017 LA SCADENZA DEI TERMINI PER IL COMPLETAMENTO DEI CREDITI FORMATIVI 2014-2016


Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche ha deciso di prorogare in via eccezionale al 31 dicembre del 2017 – senza ulteriori dilazioni - la scadenza dei termini per il completamento dei crediti formativi relativi al triennio trascorso, 2014-2016.
Come è noto, dal 1° gennaio 2014, ai sensi della legge 148/2011, del Dpr 137/2012 e relativo regolamento attuativo è obbligo deontologico, per tutti i giornalisti in attività, la Formazione professionale continua. Obbligo di legge che prevedeva entro il 31 dicembre 2016 l’acquisizione di 60 crediti relativi al triennio 2014-2016 (solo 20 crediti deontologici per coloro che hanno 30 anni d'iscrizione all' Ordine)
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, consapevole del doveroso rispetto della legge e convinto che la sua applicazione più ampia possibile risponda alla finalità stessa dell’Ordine, ha deciso di prorogare al 31 dicembre 2017 in via eccezionale la scadenza dei termini per il completamento del percorso formativo del triennio 2014-2016. Dopo il 31 dicembre verranno inoltrati irreversibilmente gli elenchi con i nomi degli inadempienti al Consiglio territoriale di disciplina.
Il Consiglio dei giornalisti delle Marche ricorda che sono in piattaforma - da qui al 31 dicembre - sedici possibili corsi frontali programmati nelle cinque province e corsi gratuiti on line, attraverso i quali è possibile acquisire tutti i crediti mancanti.
Per qualsiasi ulteriore informazione potete visitare il ns. sito www.odg.marche.it, inviarci una mail a info@odg.marche.it o contattarci telefonicamente al 071.57237

domenica 5 novembre 2017

EPITAFFIO PER UN AMICO. A FRIEND IS FOREVER... UN AMICO È PER SEMPRE...

Un amico è per sempre, nella buona e nella cattiva sorte... Oggi sono due anni che sei volato sul ponte dell' arcobaleno. Tu eri quella lucina che illuminava le nostre giornate, con le tue fusa, le tue coccole, il tuo calore. Quattordici anni passati insieme, vissuti in simbiosi, facevano di te un membro della famiglia. Forse non tutti capiranno queste parole e le sensazioni e il dolore che trasudano, ma "i figli so' piezz' e core"... 

venerdì 3 novembre 2017

LAIKA 3 NOVEMBRE 1957



Laika (in russo: Лайка?, traslitterato: Lajka, "Piccolo abbaiatore", 1954 – 3 novembre 1957) è uno dei nomi con cui è nota la cagnolina che il 3 novembre 1957 fu imbarcata a bordo della capsula spaziale sovietica Sputnik 2. Il suo vero nome era Kudrjavka, "ricciolina", anche se in ambito anglosassone viene spesso nominata con il nome di Muttnik (da mutt che in inglese significa bastardino e dal nome della capsula Sputnik).

La capsula Sputnik 2 era attrezzata per il supporto vitale e portava cibo e acqua, ma non prevedeva il rientro, quindi la sorte di Laika era segnata fin dall'inizio della missione. La capsula era inoltre attrezzata con sensori tali da permettere il monitoraggio dei segnali vitali del passeggero come pressione sanguigna, battiti cardiaci e frequenza respiratoria.

Secondo alcune fonti, Laika morì poche ore dopo l'entrata in orbita mentre altre stimano che Laika sopravvisse per circa dieci giorni (ipotesi inverosimile poiché le batterie che alimentavano i sistemi dello Sputnik 2 si esaurirono dopo circa sei giorni).

(FONTE: WIKIPEDIA)

lunedì 30 ottobre 2017

Ricordi incancellabili dalla memoria di una domenica fredda e terribilmente piovosa...


Il 30 Ottobre 1977, in un Perugia-Juventus, giocata sotto una pioggia battente, al quinto minuto del secondo tempo, Renato Curi si accasciò sul campo esanime. Aveva 24 anni e oggi alla sua memoria è dedicato lo Stadio del Perugia. Il numero 8 dei grifoni guidati da Ilario Castagner, si accasciò a centrocampo all'improvviso: il capannello intorno a lui, la concitazione, la barella scortata fino al tunnel degli spogliatoi fecero subito capire che si trattava di qualcosa di grave. La corsa disperata in ospedale fu vana. A fine partita l'annuncio della sua morte, dalla voce di Sandro Ciotti. Ironia della sorte, proprio contro la Juventus, la stessa squadra a cui due stagioni prima, quella 1975/76, aveva fatto perdere il campionato con un gol che determinò la vittoria dell’ultimo Scudetto del Torino.

Io c'ero, mio zio ed un suo amico mi avevano portato a vedere la partita. Avevo 14 anni, ero un adolescente e con me c'era un amico che per ironia della sorte qualche anno più tardi perì in circostanze simili, Leonardo Cesari... Ricordi incancellabili dalla memoria di una domenica fredda e terribilmente piovosa...

ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA... "RICORDI DI UN TREMENDO FINE OTTOBRE 2016"


Un anno esatto è passato da quel 30 ottobre 2016... Alle sette e quaranta ero in cucina, davanti alla televisione, avevo appena fatto colazione quando tutto cominciò a tremare, prima in maniera impercettibile, quindi con più forza, come se una grande mano, avesse afferrato la casa, scuotendola, come un fuscello al vento... Ecco, che viene giù... La casa si scuoteva, tutto tremava, la paura mi paralizzava e mi faceva rimanere pietrificato attaccato alla sedia... l’unico movimento possibile, era quello degli occhi che si alzano per scrutare l’oscillare del lampadario ed in base al suo movimento cercare di capire l’intensità del “mostro”. Prima di correre sui siti internet per cercare di capire cosa è successo, mentre sullo schermo della televisione, appare a caratteri cubitali la scritta: ultim’ora - nuova violenta scossa di terremoto. Il tempo si dilata e quegli interminabili secondi, che avevano come colonna sonora, quella fatta da rumori cupi e inconsueti, non passavano mai, sembravano durare minuti, la paura che potesse finire tutto, compreso, la mia vita, mi attanagliava, era tutto angosciante... tanto da bloccare la respirazione e cominciare a invocare il cielo. Una scossa inattesa, perchè si pensava che dopo il 26 ottobre, il peggio fosse passato... E invece, qualche giorno prima, due mesi dopo, di quella qualunque nottata di fine agosto, come un film già visto, la paura senza volto, il terrore che sorprende la vita e che non sembra trovare spiegazione, era tornato a impadronirsi della nostra anima, come un mostro immondo, che popola i film horror. Era una notte buia e tempestosa... fuori il vento e la pioggia sembrava essere lo scenario ideale per quella serata da tregenda di un giorno di fine ottobre che sarebbe, e lo sarà per sempre per il resto dei miei giorni ben impressa nella mia memoria. Ma non era finita li, era solamente un’altra tappa di paura e incubi cominciati un paio di mesi prima. Infatti, un paio d’ore dopo, alle 21,18 un’altra “schicchera”, addirittura più forte della prima... Ma poi anche a gennaio toc toc “terry” tornò a ritrovarci, e poi ultimamente di tanto in tanto fa sentire la sua voce, della quale faremmo volentieri a meno.....

sabato 16 settembre 2017

CHI SA QUALCOSA DI LUI?


Questo è Totti, cosi mi dissero si chiamasse, un gatto di Castelluccio di Norcia. Lo ho visto l' ultima volta il 2 ottobre 2016, che si trastullava, si faceva coccolare e mangiava quello che qualche visitatore gli dava. Sono tornato a visitare Castelluccio a luglio, speravo di rivederlo, ho chiesto di lui e le persone del posto mi hanno detto che è stato trasferito dopo la terribile scossa del 30/10/2016, che praticamente ha reso Castelluccio di Norcia inabitabile, insieme ad altri cani e gatti in un canile /gattile a Spoleto, mi sembra, anche per salvarli dall'ultimo terribile inverno che c'è stato. Chi sa qualcosa di lui?
Sarei contento di sapere che sta bene....

venerdì 15 settembre 2017

FIM CISL WHIRLPOOL MELANO - MARISCHIO: MELANO DNA VINCENTE - LA STORIA DI FRANCESCO

FIM CISL WHIRLPOOL MELANO - MARISCHIO: MELANO DNA VINCENTE - LA STORIA DI FRANCESCO: La storytelling, oggi si usa definirla con questo termine, ossia la narrazione dell’inaugurazione odierna del rinnovato stabilimento della...

IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA


6 OTTOBRE 1969:IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Ai miei tempi la scuola iniziava ad ottobre, oggi un pò prima.
Potranno passare 10,100,1000 anni ma certi giorni e certi ricordi non li potrai mai dimenticare....mai....
Mi apprestavo ad iniziare la mia "carriera" scolastica e mia sorellina Lorenza all'asilo, presso l'Istituto Sant'Antonio, dalle suore, che oggi non c'è più.
Da piccolo non sei in grado di comprendere a pieno l'importanza dello studio, del sapere e quando lo puoi fare a volte è forse troppo tardi....
Oggi il sistema scolastico ha tanti problemi, però rimane una formidabile palestra di vita, il primo contatto con il mondo esterno. Studiare è comunque importante, oggi forse più di allora, anche se a volte il percorso scolastico non porta automaticamente all'ingresso nel mondo del lavoro. 
Buon anno scolastico!!!
E come si intitolava un film del 1979, di Pingitore, con Pippo Franco e Lino Banfi, "Tutti a squola".


martedì 18 luglio 2017

I LOVE CASTELLUCCIO...il ritorno


Dopo nove mesi e mezzo circa, l'ultima volta era stato lo scorso 2 ottobre, come mi ero ripromesso sono tornato a Castelluccio di Norcia. Un luogo del cuore, tutti ne abbiamo uno o più di uno, perchè ci ricorda momenti, persone, ricordi indelebili nella nostra memoria ed esistenza. E così come si fa con un amico, un parente che non sta bene, una visita che ho voluto dal profondo del mio cuore, per sincerarmi delle tue condizioni... e poco importa se la fioritura è passata e i colori non ci sono più, in fondo non sei solo quello, ma anche altro, molto di più e credo che saprai risollevarti, perchè la tua gente è tosta, pervicace e non si arrenderà facilmente, nonostante sia tutto da ricostruire tra mille difficoltà...Un aiuto lo potremmo dare noi con le nostre visite, dando loro fiducia, per un futuro difficile ma non impossibile...

martedì 23 maggio 2017

LA PIRAMIDE DEL SUCCESSO


John Robert Wooden, uno dei santoni del basket Ncaa americano nato nel 1910 e morto il 4 Giugno 2010, ha radicalmente cambiato il modo di allenare diventando un vero punto di riferimento per tutti gli allenatori non solo di basket, il primo ad essere eletto sia come giocatore sia come allenatore nella Hall of Fame.

La Piramide del Successo
Wooden ha scritto molti libri tra cui uno sulla Piramide del Successo la quale è costituita da blocchi, scalini, che portano alla vittoria nello sport così come nella VITA.

Alcune delle sue frasi più celebri

1 - “Non è tanto importante chi inizia il gioco ma chi lo finisce.”
2 - “Ciò che conta è quello che impari dopo che conosci già tutto.”
3 - “Non c’è cuscino più morbido di una coscienza tranquilla”.
4 - “Se vai tanto distante fino a dove riesci a vedere, allora vedrai abbastanza per andare ancora più distante.”
5 - “Il fallimento non è fatale, ma fallire nel cambiare può esserlo.”
6 - “Un allenatore è qualcuno che può correggerti senza causare risentimento.”
7 - “Fai di ogni giorno il tuo capolavoro.”
8 - “Sii preparato e sii onesto.”
9 - “La chiave più importante per raggiungere un grande successo è di decidere i tuoi obiettivi e lanciarti, iniziare, agire e muoversi.”
10 - “Il successo è la quiete mentale che viene dal sapere che hai fatto tutto quello che era in tuo potere per diventare il meglio assoluto che sei capace di diventare.”
11 - “Le cose riescono meglio alle persone che traggono il meglio dal modo in cui le cose riescono.”
12 - “L’abilità può portarti al vertice, ma ci vuole carattere per rimanervi.”
13 - “Il talento è dato da Dio. Sii umile. La fama è data dall’uomo. Sii riconoscente. La presunzione è data da te stesso. Sii prudente.”
14 - “Disciplina te stesso e gli altri non dovranno farlo.”

domenica 21 maggio 2017

I MUSICANTI DI BREMA

C’era una volta un vecchio asino che aveva lavorato sodo per tutta la vita. Ormai non era più capace di portare pesi e si stancava facilmente, per questo il suo padrone aveva deciso di relegarlo in un angolo della stalla ad aspettare la morte.
L’asino però non voleva trascorrere così gli ultimi anni della sua vita. Decise di andarsene a Brema, dove sperava di poter vivere facendo il musicista.
Si era incamminato da poco quando incontrò un cane, magro e ansante.
"Come mai hai il fiatone?" gli chiese.
"Sono dovuto scappare in tutta fretta per salvare la pelle" gli rispose il cane. "Il mio padrone voleva uccidermi, perché ora che sono vecchio non gli servo più".
"Purtroppo è vero – continuò - non sono più capace di rincorrere la selvaggina come una volta, e sono così debole che non spavento più nessuno. Ma ora come farò a procurarmi da mangiare?"concluse depresso.
"Vieni a Brema con me" suggerì l’asino. "Laggiù faremo fortuna con la musica: io suonerò il liuto e tu mi darai il ritmo con il tamburo"
Il cane accettò la proposta e s’incamminò con il nuovo amico.
Non avevano percorso molta strada che s’imbatterono in un gatto che miagolava disperato.
"Cosa ti è successo per lamentarti in questa maniera?" gli chiese l’asino.
"Sono vecchio e soffro d’artrite, per questo non sono più agile come una volta e devo stare al caldo. Ma vedendomi riposare vicino al caminetto, ieri il mio padrone si è infuriato, mi ha accusato di essere un fannullone, mi ha rimproverato di non saper acciuffare nemmeno un topolino e mi ha cacciato da casa. Senza pietà! Pensare che l’ho servito fedelmente per tutta la vita!… Ora non so proprio dove andare, non so proprio come sbarcare il lunario!" rispose singhiozzando il gatto.
"Allora vieni a fare il musicista con noi a Brema" gli dissero insieme l’asino e il cane.
Il gatto non se lo fece ripetere due volte e pieno di speranza si unì a loro.
Passando davanti ad una fattoria, furono distratti da un gallo che schiamazzava rincorso da una massaia.
"Mi vuole tirare il collo! Vuole me perché non ha un tacchino da cucinare per il pranzo della domenica! Mi vuole tirare il collo!" urlava terrorizzato.
I tre compari gli gridarono: "Vieni con noi! Con la tua bella voce conquisteremo Brema!"
Non ebbero il tempo di aggiungere altro che, appollaiato sulla schiena dell’asino, sentirono il gallo che li incitava:
"Corriamo, corriamo, prima che la padrona mi acchiappi!"
Una corsa disperata fin nel folto del bosco. Lì finalmente ripresero fiato!
Ormai si era fatto buio e, si sa, di notte non è prudente viaggiare. Dovevano cercare qualcosa da mangiare e un posto per dormire almeno per quella notte. Rifocillati e riposati, l’indomani sarebbero ripartiti per Brema.
Fu allora che sentirono dei rumori …
Nascosti tra i cespugli, si guardarono intorno … videro una casa: ecco da dove arrivavano brusio, risate e… un profumo d’arrosto!
Erano così stanchi e così affamati!
Cercando di non fare rumore si avvicinarono alla casa e, con cautela, sempre senza farsi scorgere, guardarono all’interno attraverso la finestra.
Non potevano credere ai loro occhi! In mezzo alla stanza c’era un tavolo colmo di buone cose: un tacchino ripieno, mortadelle invitanti, formaggi di tutti i tipi, pane d’ogni forma, torte stupende, frutta profumata,…
"Potremmo chiedere ospitalità…" non ebbero il tempo di aggiungere altro, che i quattro amici videro avvicinarsi al tavolo quattro ceffi paurosi. Dunque quello era il covo dei briganti!
Se quei tipacci li avessero visti, sarebbe stata la loro fine!
Si sa che la fame aguzza l’ingegno!
Nascosti tra i cespugli, studiarono un piano diabolico, che avrebbe spaventato quei briganti, così da obbligarli a scappare dal loro covo e da lasciare tutto quel ben di dio da mangiare a loro completa disposizione.
Nel buio e nella tranquillità della notte, interrotti solo dalla luce che irradiava dall’interno della casa e dal vociare sguaiato dei briganti, si avvicinarono alla finestra.
In silenzio perfetto l’asino appoggiò le zampe sul davanzale, il cane balzò sul dorso dell’asino, il gatto si arrampicò fin sulla testa del cane e il gallo si appollaiò sulle spalle del gatto.
Quindi ad un cenno dell’asino, diedero inizio al loro primo concerto:
… e fu tutto un ragliare, abbaiare, miagolare e schiamazzare.
Un inferno! Terrorizzati, i quattro briganti cercarono la salvezza fuori dalla casa, ma all’uscita furono investiti da un essere che calciava, graffiava, mordeva, beccava!
Un INFERNO! Scapparono per non tornare mai più in quel luogo maledetto!
I quattro amici non ci pensarono due volte: si precipitarono all’interno della casa, senza esitare si sedettero intorno al tavolo… e …
credo che siano ancora lì che mangiano e ridono, che ridono e mangiano…
Lì era il Paradiso!

venerdì 12 maggio 2017

CASTELLUCCIO DI NORCIA a 360°





GIROSCOPIO A 360° DEL PIAN GRANDE DI CASTELLUCCIO DI NORCIA.... TORNEREMO A VEDERE QUESTO SPETTACOLO DELLA NATURA, A POTER RIASSAPORARE QUEI COLORI, QUEGLI ODORI, QUELLE SENSAZIONI UNICHE? TORNEREMO A GODERE DELLA MERAVIGLIA E DELL'INCANTO CHE SAPEVA DONARE A CHI LO GUARDAVA, ANCHE PER UN SOLO ATTIMO? 
IO CI CONTO E SPERO CHE SIA IL PRIMA POSSIBILE, PERCHE' COME HO LETTO DA QUALCHE PARTE:
"Castelluccio c'era sempre, un po' come certe persone; un padre, una madre, un amico.... certe persone che non senti, ma sai che in qualsiasi momento le cerchi sono li per te senza fare domande. Sanno di cosa hai bisogno e ti aiutano senza chiedere niente in cambio".

mercoledì 12 aprile 2017

ZONA ROSSA - VIAGGIO NELL'EPICENTRO DEL SISMA

Passano i giorni, ma le immagini restano e non solo in qualche angolo remoto della memoria del personal computer e della macchina fotografica, bene impresse nei miei ricordi e credo che lo rimarranno fino alla fine dei miei giorni. Pescara del Tronto e Capodacqua, due frazioni di Arquata del Tronto, ossia quelle terre profondamente martoriate dal grande terremoto del 2016 e che ancora oggi ogni tanto fa sentire la sua lugubre voce. A inizio ottobre, ossia qualche settimana prima delle scosse devastanti della fine di quel mese, mi era capitato, rispettando una promessa che mi ero fatto, di andare a visitare Castelluccio di Norcia, per me uno dei luoghi del cuore al quale sono affezionato e vedere la devastazione di agosto, anche se poi il mostro di ottobre ha inghiottito quello che era rimasto in piedi, rendendolo di fatto inaccessibile anche a chi ci vive e chi ci lavora. Era inizio autunno e il cuore si stringeva perché l’inverno si stava avvicinando…
Sei mesi dopo, con la primavera nascente, a corollario di un corso di formazione per giornalisti, su informazione ed emergenze, al Monastero di Valledacqua ad Acquasanta Terme, la visita guidata, caschetto di protezione obbligatorio in testa e accompagnati dai Vigili del Fuoco, nostri angeli custodi, nelle zone rosse di Pescara del Tronto e Capodacqua.
Pescara del Tronto, ai più rimasta impressa per quel gruppo di auto rimaste sospese per mesi, in bilico, con attorno un paese devastato, raso al suolo, in pratica cancellato dalla cartina geografica e Capodacqua, frazione limitrofa dal medesimo, triste, doloroso destino.
Due frazioni fantasma, sembra di essere ad Aleppo piuttosto che a Mosul, dove tutto o quasi è stato raso al suolo come da un bombardamento. Pescara del Tronto, la “vecchia” Pescara del Tronto, quella ante terremoto, frazione di Arquata del Tronto graziosa contrada appenninica, che sta tra i viadotti della variante per Norcia e la nuova Salaria. Due file di case intorno alla vecchia Salaria, la strada che collega Roma all’Adriatico, con la sua caratteristica forma a mezzaluna, con alle spalle la cava e poi più sotto un dedalo di sentieri e scale tra le case aggrappate sul costone che degrada a valle e oggi ridotto a macerie, che hanno seppellito cinquanta vite umane. Gli unici esseri viventi, Vigili del Fuoco e forze dell’ordine a parte, pronti ad accoglierci sono stati due cani, due pastori maremmani, una volta dal bianco mantello e un simpatico gatto nero, probabilmente di proprietà di un pastore che in mezzo a quelle rovine, custodisce le sue pecore, unica fonte di sostentamento. Alla ritrosia del pastore, forse impaurito dalla comitiva, giunta a spezzare lo spettrale silenzio, faceva da contraltare la voglia di coccole e carezze di queste piccole creature, com’erano abituati a riceverne prima da parte dei loro amici umani, che oggi sono stati spostati da qualche parte o peggio ancora forse non ci sono più. L’inferno di un paesino che si popola soltanto d’estate, metà dei romani di ritorno, dove i tetti delle case non ci sono più, implosi, spazzati via, crollati, diventando la tomba di turisti, ragazzi, cancellando intere famiglie.
E in mezzo alla distesa di macerie i colori della primavera, incuranti del contesto brillano, rendendo ancora più struggente quella visione di distruzione e morte.
E sono i particolari che si colgono intorno a tante macerie, che ti fanno interrogare, su cosa facessero, chi fossero, che vita conducessero chi abitava in quelle case e quale sia stato il loro destino, domanda ahimè senza una risposta rassicurante. Case aperte come una scatola di cartone che lascia alla pubblica visione un letto di una camera e un bagno, quasi a violentare la sacralità che quei luoghi hanno nel nostro vivere quotidiano… Valigie che emergono dalle macerie pronte a essere disfatte o piene per essere a corredo di qualche viaggio…
Accessori da cucina, anch’essa luogo simbolo dell’incedere quotidiano, dove spesso le famiglie si ritrovano al termine della giornata lavorativa, rimasti ordinatamente al loro posto all’interno di un mobile travolto dalle macerie, racchiuse da due brandelli di muro, rimasti miracolosamente ancora in piedi e simili a due fuscelli d’erba…
Un vasino da bambino, vicino a una tastiera di un PC, a un cannocchiale per scrutare un futuro che forse per qualcuno non ci sarà mai più, che vivranno solamente nei ricordi di coloro rimasti sulla terra, bagnate dalle copiose lacrime di chi piange la loro scomparsa straziante.
Vedi il ferro del cemento armato delle case, aggrovigliato come spago dalla forza bruta della natura e capisci quanto il mostro sotto terra, in quella tremenda notte di fine agosto, abbia cercato di inghiottire tutto.
A Capodacqua dall’uscio di una casa rimasto aperto, fa capolino nell’ingresso un’icona votiva di una Madonna con bambino, quasi a protezione di quell’immobile.

Queste parole, queste riflessioni a voce alta, vengono dal mio cuore, da quel luogo, dove in ognuno di noi risiedono le nostre emozioni e da dove deve partire la volontà di ricostruire, che possa contrastare lo smarrimento e il senso d’impotenza, di sconfitta che si genera in noi di fronte a queste immani tragedie e allo sterminato tappeto di morte e di macerie che lasciano.

domenica 26 marzo 2017

PUBBLICARE NOTIZIE FALSE PUO' ESSERE CAUSA DI LICENZIAMENTO

(Le 5 W del giornalismo)
Scrivere notizie false può essere causa di legittimo licenziamento di un giornalista. Lo ha messo nero su bianco la Cassazione con una sentenza dello scorso 7 marzo, la numero 5693/2017, contro un cronista dell’Unione Sarda.
E sarà licenziamento non solo per chi volontariamente pubblica “fake news” ma anche per chi lo fa in buona fede. Il giornalismo non ammette negligenza e ripubblicare una notizia sul proprio giornale senza le dovute verifiche può compromettere il vincolo fiduciario tra il datore di lavoro e il professionista. È il caso del giornalista condannato che per la corte “aveva più volte violato l’obbligo fondamentale del mestiere di accertarsi della verità dei fatti” arrivando così a creare “una giusta causa di recesso”.
La Cassazione afferma che il compimento delle verifiche necessarie a fornire riscontro alle notizie pubblicate e l'accertamento della verità, rappresenta uno dei doveri fondamentali cui il giornalista è tenuto nello svolgimento della sua professione.

domenica 1 gennaio 2017

PENSIERINO PER IL 2017

Cosa chiedere all'anno appena cominciato? Ce ne sarebbero tante di cose, ma una che mi piacerebbe veramente si possa avverare è quella che tutti i fruitori della rete, dei social media e network, imparassero a discernere le bufale, il "fact-checking" dalla realtà dei fatti, impedendo a coloro che sfruttano la loro creduloneria in buona fede di trarne guadagni pubblicitari. Prima di condividere bufale a volte veramente assurde e a volte anche pericolose, informiamoci correttamente... BUON 2017.

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