sabato 25 agosto 2018

DIS(CONNESSI) E FELICI?



Salve a tutti, amiche e amici!!!  Come sono andate se le avete terminate o come stanno andando, se ancora ci state le ferie? Benissimo, bene, benino, così cosi, poteva andare meglio, per carità non vedo l’ora di tornare a lavorare… A ognuno il suo metro di giudizio personale per descrivere il proprio agognato, quanto meritato periodo di riposo, magari lontano dalla routine quotidiana…
Avete resistito dal pubblicare la foto dell’ennesima abbuffata su Facebook? Io no… Avete resistito dal pubblicare la vostra foto al mare, far vedere a che livello è arrivata la vostra abbronzatura, con chi siete e dove siete e quanti like ha ricevuto? Io no…. Avete resistito dal dare una sbirciatina a whatsapp per vedere se vi è arrivata una notifica? Io no…, anche per motivi di lavoro… Avete resistito dall’aggiornare la vostra storia su Instagram, Messenger o Whatsapp? Io no… A volte è vero forse si usa la piazza virtuale per darsi un tono, per far apparire la propria vita migliore di quanto in realtà non sia.
Niente disconnessione felice amiche e amici e non credo solo per me. Niente sparizione dai radar, è continuata anche durante la calda estate 2018 e durante le ferie l’abbuffata digitale e l’ubriacatura da social network, che ormai fanno parte della nostra vita, dove ci piace esibirla più o meno innocentemente, come un fotoromanzo. Ma d’altronde l’altra faccia della medaglia è che servono anche per tenersi informati (al di là del mare ridondante di bufale e fake news), anche sul terribile fatto di cronaca di Genova o le vicende politiche.
Niente JOMO quindi, ossia la saggezza di cercare un maggior benessere psicofisico mediante un utilizzo meno compulsivo d’internet e del social network e social media… Una dipendenza vera e propria vista che una recente indagine ha rivelato che nella nostra bella penisola, gli over 35 passano di media 7 ore il giorno connessi a device tecnologici e 6 ore al giorno durante il week end, anche se poi la comunicazione più significativa rimane secondo me quella tra due persone che si guardano negli occhi.
Ovvio resistere alla tentazione di stare lontani, anche per solo qualche ora dal nostro trastullo preferito, dalle chat o dai social, con il loro potere ipnotico è più facile da dirsi che da farsi realmente… Ma per qualcuno nell’epoca dell’iperconnessione e del tagga e condividi, è strumento utile per sfuggire alla solitudine, una volta uno stato di grazia, sinonimo di libertà e oggi assurta quasi al ruolo di malattia, uno stato esistenziale che provoca sofferenza e come medicina per essere alleviata si può assumere, come prescriverebbero i dottori, qualche ora di social al bisogno, per mantenere i contatti.
Ma siamo sicuri però che lo stato d’animo non peggiori, non per chi ha deciso di stare fuori dal mondo social, ma chi pur essendo presente, li vive in maniera “passiva”, cioè leggendo senza interagire direttamente con gli altri? Chissà…
Ad ogni modo lo prometto, ci proverò anche io, non prima di avere letto le mail, caricato le foto su Instagram, scritto il post su Facebook…. (s.b.)

DA STATUS SYMBOL A COMPAGNO (INSEPARABILE) DI VITA



Non c'erano i social, le mappe e i leoni da tastiera e si viveva lo stesso...Era uno status symbol non per tutti, oggi il 76% degi italiani ha lo smartphone, le batterie duravano 3 o 4 giorni, oggi 3 o 4 ore, era il cellulare... Amarcord in un mio articolo di inizio anni '90 per il Corriere Adriatico sui trend fabrianesi.

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