martedì 13 agosto 2024

POLVERE DI STELLE – RIMPATRIATA VECCHIE GLORIE 1970-71

 di Stefano Balestra

Nello, checco, pallino, pista fitto, maestro, passerotto, Cip... Questi erano i nomi e i soprannomi di quando bambino di sette o otto anni assistevo con mio zio alle partite della Fortitudo Fabrianese sui gradoni del nuovo stadio di Fabriano, appena inaugurato e senza la copertura della tribuna come lo conosciamo oggi. Questa storia comincia in una lontana domenica d’inizio ottobre del 1970 per concludersi in una domenica di fine maggio dell’anno successivo.

Il tempo, forse è proprio un'invenzione, come dice qualcuno, il compagno che teniamo per mano e ci assomiglia come allo specchio, prima bambino, poi adulto. Il ragazzo che invecchia con le stagioni, mentre le stagioni restano sempre uguali, così come i ricordi. E dopo oltre cinquanta anni, in un caldissimo giorno di agosto, quasi ti trovassi a bordo della leggendaria De Lorean di “ritorno al futuro”, sei insieme a quei personaggi che erano la tua gioventù.

L'occasione è stata la rimpatriata di quei ragazzi della Fortitudo Fabrianese che nel 1970-71 vinsero il campionato di promozione di calcio approdando in serie D, che si è svolta presso il ristorante il Gelso a Fabriano. Tutti si sono ritrovati intorno a Sandro Mosca all'epoca allenatore ma anche giocatore di quella squadra. Gli atleti che contribuirono al successo furono: Nello Bellerba autentica saracinesca in porta, Claudio Marchigiani “mela”, Francesco Palmini, capitan Dino Pauri, Antonio Carnevali difensore roccioso, Paolo Guerrini "pallino", talentuoso mediano di spinta secondo un gergo calcistico oggi desueto, uomo di gran valore umano e tecnico che lo portarono a indossare casacche importanti e rifiutando la chiamata del Napoli in serie A, militando anche nella Fiorentina di Nereo Rocco, per il precampionato e la Coppa Italia e poi approdare all’Empoli in serie B, Eugenio Tizzoni, ala tornante, il raffinato, Pacifico Crocetti regista impeccabile, Francesco Pagnani “Checco”, Alberto Capriotti, mediano di spola, il “maestro”, Gianni Reversi, Sandro Mosca, Mario Becchetti, Claudio Passeri “passerotto”, il polmone Parmenio Bruffa “pista fitto”, il giovane di belle speranze Gisleno Compagnucci "Cip", Ferruccio Grifoni “cannellone”, eterno dodicesimo di Bellerba, Anacleto Trombetti, Angelo Bernardini, Antonio Troncone. Per quella squadra reduce dalla retrocessione dalla serie D nella stagione precedente e una scarsa disponibilità di fondi finanziari, si prospettava un campionato in economia. E come si direbbe oggi un “underdog”, un outsider sotto la guida del commissario straordinario di allora il dottor Claudio Morettini, il segretario Fiorenzo Zamparini e dei dirigenti Franco Sella e Cesare Giuli, grazie un mix di amicizia, di serenità, di fraternità unite a una dose di preparazione tecnica di atletica, formò un cocktail perfetto, la “chimica” della squadra, con il quale si otteneva risultati insperati.

Come riportano le cronache dell'epoca si riuscì a creare una famiglia, giocatori e dirigenti riuscirono a superare momenti difficili, crisi psicologiche e tecniche dando il meglio di se stessi, senza dimenticare il numerosissimo pubblico casalingo cresciuto partita dopo partita tanto da essere il dodicesimo uomo in campo. Una squadra che fu in testa per ventotto delle trenta giornate di campionato, diciassette risultati utili consecutivi, sette punti di vantaggio sulla seconda. Ma come detto il carattere, la consapevolezza, l’unità d’intenti permise alla compagine cartaia di superare un momento di flessione a metà del girone di ritorno che sembrava aver compromesso tutto. Ogni partita veniva affrontata con il motto: “stupiamo noi stessi”.

La conviviale con la tavola imbandita da pietanze sopraffine, è stata accompagnata da un video dell'ultima partita decisiva quella del 30 maggio 1971 in cui la Fortitudo fabrianese con un gol di Reversi prevalse sul Cupramontana per uno a zero. La classifica finale vedeva la Fortitudo Fabrianese al primo posto con 45 punti, due in più della diretta rivale Falconarese, aggiudicandosi anche il premio disciplina. Questa compagine non molto quotata, ma fiduciosa e conscia dei propri mezzi, riportò il nome di Fabriano tra le altre sfere del calcio marchigiano.

Un po' come vissuto nella stagione 2023-24, super per il pallone del nostro territorio. Infatti, il Fabiano Cerreto al termine del campionato ultimo scorso è riuscito a ritornare nell'eccellenza, il massimo campionato regionale calcistico, dopo appena un anno dalla retrocessione patita la scorsa stagione.

Tanti i ricordi affiorati, come gli abbracci e la commozione sui volti di quei ragazzi del ‘70, alcuni dei quali si sono ritrovati dopo mezzo secolo da allora. Il ricordo è andato anche gli “amici” che per vari problemi non sono potuti essere presenti e anche a chi purtroppo ha lasciato questa terra. Aneddoti e racconti a go go di alcune partite di quella splendida stagione, con estrema lucidità e dovizia di particolari, come se il campionato vinto fosse stato appena ieri. L’odore della canfora del mitico massaggiatore Genserico Bolzonetti negli spogliatoi, il pallone di cuoio con le cuciture, l’erba sotto i tacchetti fissati agli scarpini con i chiodi, a volte vera croce più che delizia dei giocatori, il sudore e la terra sulle guance. L’atmosfera festosa delle trasferte ha accompagnato questa rimpatriata tra prima che calciatori, anche amici, che in quella circostanza, realizzarono un’impresa degna di rimanere nei ricordi più belli, nella memoria di ognuno di loro, i ragazzi del 1970-71.

Un modo diverso di intendere il calcio, o forse meglio definire il “pallone” a differenza di quello moderno senza memoria e senza bandiere in cui i soldi hanno ormai quasi del tutto soppiantato la passione, in cui prevale la “costruzione dal basso”, allora se ti azzardavi a passare il pallone indietro al portiere eri fischiato. Ma era un calcio della passione, dove c’era la cultura dell’oratorio, del campetto di periferia, dove si giocava nei cortili, nelle vie tra le poche macchine presenti, dove nascevano ottimi calciatori, ma soprattutto era una scuola di vita che ancor prima formava uomini e amici per tutta la vita.

(I ragazzi del 1979/71, oggi)

domenica 11 agosto 2024

LA REGINA DELLE FESTE, LA QUARANTESIMA EDIZIONE DELLA SAGRA DELLA LUMACA DI CANCELLI

Non ha tradito le aspettative con il solito grande successo di pubblico la quarantesima edizione della Sagra della Lumaca, organizzata dal CRAL Domenico Bilei di Cancelli di Fabriano del presidente Mario Ferretti e con il patrocinio del Comune di Fabriano.

La kermesse enogastronomica, espressione autentica della tradizione consolidata, svoltasi a inizio agosto, ha celebrato quest’anno il quarantesimo compleanno, nata nel 1983 interrotta solo durante l’estate della pandemia 2020 e la grande affluenza a livelli record ne ha riconosciuto il successo incondizionato, che ne fa uno dei punti di riferimento delle estati delle nostre zone.

Il grande caldo di queste settimane ha spinto verso la simpatica frazione fabrianese tante persone, che sono accorse spinte dallo spirito di convivialità, per passare delle serate in compagnia con la buona musica, ma soprattutto assaggiare le libagioni abbondanti di un menù ormai collaudato e consolidato nel tempo, sagacemente preparato dalle donne della Sagra, che sono da sempre il vero piatto forte della manifestazione.

Piatti assolutamente contemporanei nel loro essere tradizionali, con pietanze sicuramente irresistibili, con la lumaca a fare da regina, che è l'anima della tradizione, ma anche il castrato, le tagliatelle Montemaggio ma anche il pesce fritto. I numerosi avventori, provenienti anche dalla vicina Umbria, sono tornati per assaporare i sapori di un tempo che si tramandano di generazione in generazione. Il circolo di Cancelli ringrazia le autorità, due sorgenti e tutti coloro che hanno attivamente contribuito alla buona riuscita della manifestazione, un ringraziamento anche a tutti coloro che a titolo volontaristico hanno contribuito alla riuscita della stessa, impegnandosi con passione e abnegazione. L'appuntamento è per il 2025, alla quarantunesima edizione della sagra della lumaca.

Stefano Balestra





venerdì 2 agosto 2024

EMOZIONI OLIMPICHE

Sono iniziati da una settimana i giochi della XXXIII Olimpiade che come noto si svolgono a Parigi dal 26 luglio all’11 agosto. Tanti sono gli atleti marchigiani alla ricerca della gloria olimpica, tra i quali la nostra Sofia Raffaeli, vent’anni, chiaravallese di nascita ma che da tempo si è trasferita a Fabriano dove ha sviluppato la sua crescita, nella ginnastica artistica, che gareggerà nella sua prima esperienza a cinque cerchi. Due le medaglie in riva al Giano per Fabriano. La prima raccolta a Roma nelle indimenticabili Olimpiadi del 1960, dal pugile Primo Zamparini oggi 85 anni. Per il nostro boxeur, considerato il miglior pugile dilettante delle Marche di ogni tempo, il secondo gradino del podio nella categoria dei pesi gallo, sconfitto dal russo Grigoryev, al termine di un match durissimo e combattuto. Un pugilato di allora sicuramente diverso da quello di oggi, dove l’Italia sapeva recitare un ruolo di primo piano a livello mondiale. Nella foto, tratta da Sportweek il supplemento illustrato di approfondimento del sabato della Gazzetta dello sport, in un numero del 2020 contenente un dossier sulle Olimpiadi di Tokyo, poi spostate al 2021 per il Covid, si possono vedere da sinistra, Nino Benvenuti (oro), Sandro Lopopolo (argento), Franco De Piccoli (oro), Carmelo Bossi (argento) e Primo Zamparini (argento).

L’altra medaglia a cinque cerchi per Fabriano, invece fu ottenuta alla kermesse olimpica di Barcellona nel 1992 da Luca Massaccesi, classe 1965, medaglia di bronzo nei pesi piuma nel Taekwondo. Oggi Luca è il Segretario Generale dell'Osservatorio Nazionale Bullismo e Doping, un’Associazione di Promozione Sociale con cui gira organizza convegni nelle scuole di tutta Italia. Tematiche molto importanti ai tempi d’oggi che purtroppo sempre più spesso riempiono le pagine della cronaca, come sintomo di un disagio giovanile, che sempre più spesso deriva da stili di vita frutto dell’iperconnessione a internet e virtuale e sempre meno reale. Nella foto del 1992, giornalisti fabrianesi con due medaglie olimpiche marchigiane, da sinistra, Stefano Balestra, il direttore de L’Azione Carlo Cammoranesi, Giovanna Trillini medaglia nella scherma, Luca Massaccesi medaglia nel taekwondo e Ferencz Bartocci, all’epoca giornalista ed addetto stampa ed oggi amministratore delegato di Derthona basket una delle più belle realtà della pallacanestro italiana in serie A1 degli ultimi anni.

STEFANO BALESTRA




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