lunedì 30 luglio 2018

MIAO E BAU BAU....



Posso tranquillamente testimoniare all'alba dei miei cinquantacinque anni di vita, come gli animali siano capaci di riempire di amore anche le vite più solitarie e infelici... Spesso e volentieri quando avevo bisogno di una mano ho trovato una zampetta di un piccolo e silenzioso amico, che nella sua innocenza mi ha ricordato, attraverso una coccola, le fusa, un abbaio, un’amorevole linguetta, il potere salvifico dell'amore. Un profondo senso di riconoscenza e di gratitudine, perché se per il mondo non sei nessuno, per loro sei tutto il loro mondo... Sentimenti per lo più sconosciuti a gran parte degli esseri umani, che non amando gli animali, non amano neanche il prossimo...
Quando Dio mi chiederà le parole sussurrate da chi mi ha amato, gli diro: "miao" e "bau bau"...

sabato 28 luglio 2018

SOLITUDINE, IATTURA O FORTUNA AL TEMPO D'OGGI?


Oggi viviamo nell’era dei social, facciamo parte del suo popolo, quello delle tastiere, dove gli "amici" ti regalano qualche like. Il web è un proiettore istantaneo di emozioni, ebbene, in questa epoca fragile, dell'iperconnessione h24 tramite i nostri device tecnologici, la solitudine è una malattia o una fortuna? Una volta era condizione esistenziale, oggi forse è considerata una malattia. Viviamo l’epoca dell’esibizionismo esistenziale dei social, dove la nostra vita è un album a cielo aperto come un fotoromanzo. È diventato il nostro sfogatoio. Il nostro vero "amico" a volte l’unico, è il social, unico mezzo di relazione in una società sempre più liquida e individualista, che ci illude che la tecnologia possa portarci più relazioni, quando in realtà c’è la tendenza all’isolamento, all’insicurezza. Però forse oggi quell’accezione negativa, può essere rivalutata. In fin dei conti oggi siamo sempre di più "costretti" a comunicare, quel non essere accettati dagli altri perché non inclusi, che una volta era visto in chiave negativa, può essere un valore positivo in quanto separandosi dagli altri e dal mondo delle nostre abitudini quotidiane, può giocare a ritrovare la calma interiore, la pace del nostro animo, un luogo prezioso dove ritrovare la nostra identità, così come ad esempio cantava il Petrarca nel 1300.
L’oblio sarebbe dunque un toccasana per sfuggire al logorio della quotidianità e della vita moderna, dominata dalla dittatura dell’algocrazia.
Mi ripropongo di farlo, non appena avrò finito di mandare l’ultimo tweet, caricare le foto su Instagram e scrivere il mio ultimo post sul blog e su Facebook...

ED IO TI PENSO MA NON TI CERCO di Charles Bukowski

“Non ho smesso di pensarti, vorrei tanto dirtelo.

Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare, che mi manchi  e che ti penso.

Ma non ti cerco.

Non ti scrivo neppure ciao.

Non so come stai.

E mi manca saperlo”.

“Hai progetti? Hai sorriso oggi? Cos’hai sognato?

Esci? Dove vai? Hai dei sogni? Hai mangiato?”.

“Mi piacerebbe riuscire a cercarti . Ma non ne ho la forza. E neanche tu ne hai. Ed allora restiamo ad aspettarci invano”.

“E pensiamoci. E ricordami. E ricordati che ti penso, che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.  E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.

Ed io ti penso ma non ti cerco”.

lunedì 2 luglio 2018

SCRIVERE....

Scrivere è per certi versi terapeutico e liberatorio. Spesso e volentieri è un corpo a corpo tra ragione e sentimento. In quelle lettere che dal cervello attraversano il corpo attraverso i nervi, i muscoli e le vene, fino a materializzarsi sulla pagina sotto forma di inchiostro fluente, ci sono le mie lacrime, i miei pianti, la mia sensibilità, la mia sofferenza onteriore. Le parole sono come i vestiti, bisogna scegliere quelle giuste per ogni occasione. E ogni cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno. L'importante è farlo con passione, perché quello che si scrive dia voce alle emozioni di chi legge.... 

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