sabato 28 luglio 2018

SOLITUDINE, IATTURA O FORTUNA AL TEMPO D'OGGI?


Oggi viviamo nell’era dei social, facciamo parte del suo popolo, quello delle tastiere, dove gli "amici" ti regalano qualche like. Il web è un proiettore istantaneo di emozioni, ebbene, in questa epoca fragile, dell'iperconnessione h24 tramite i nostri device tecnologici, la solitudine è una malattia o una fortuna? Una volta era condizione esistenziale, oggi forse è considerata una malattia. Viviamo l’epoca dell’esibizionismo esistenziale dei social, dove la nostra vita è un album a cielo aperto come un fotoromanzo. È diventato il nostro sfogatoio. Il nostro vero "amico" a volte l’unico, è il social, unico mezzo di relazione in una società sempre più liquida e individualista, che ci illude che la tecnologia possa portarci più relazioni, quando in realtà c’è la tendenza all’isolamento, all’insicurezza. Però forse oggi quell’accezione negativa, può essere rivalutata. In fin dei conti oggi siamo sempre di più "costretti" a comunicare, quel non essere accettati dagli altri perché non inclusi, che una volta era visto in chiave negativa, può essere un valore positivo in quanto separandosi dagli altri e dal mondo delle nostre abitudini quotidiane, può giocare a ritrovare la calma interiore, la pace del nostro animo, un luogo prezioso dove ritrovare la nostra identità, così come ad esempio cantava il Petrarca nel 1300.
L’oblio sarebbe dunque un toccasana per sfuggire al logorio della quotidianità e della vita moderna, dominata dalla dittatura dell’algocrazia.
Mi ripropongo di farlo, non appena avrò finito di mandare l’ultimo tweet, caricare le foto su Instagram e scrivere il mio ultimo post sul blog e su Facebook...

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