giovedì 4 novembre 2021

FAVRIANOPOLI – LA CITTA’ DELLA CARTA -- GIOCANDO ALL’INSEGNA DELLA SOLIDARIETA’

 “Me ne stavo in casa, e durante le lunghe giornate del primo lockdown del 2020 passavo parecchio tempo su internet e sui social e navigando su Facebook, m’imbattei in un gruppo dedicato al turismo, perché io ne sono appassionato, e vidi un post che mi attirò e riguardava la possibilità di creare una versione del Monopoly dedicata alla città di Bergamo, che tanto stava pagando in termini di vittime a causa del covid, per favorirne il rilancio. Fu così che mi chiesi se mai se ne potesse realizzare una versione dedicata a Fabriano”. A raccontare è Nicola Piersimoni, studente dell’Università di Macerata presso la facoltà beni culturali e scienze del turismo.
24enne, fabrianese che da lì si mise in gioco, armato da senso di appartenenza e un pizzico di coraggio, e l’entusiasmo di chi è giovane e ci crede, per ideare, progettare e realizzare una versione dedicata alla città di Fabriano, anzi di “Favriano”, secondo i crismi del dialetto fabrianese, che potesse permettere, in maniera simpatica e caratteristica, la valorizzazione delle tradizioni, del territorio della città della carta e magari dare un aiuto concreto a che ne avesse bisogno. Primo personaggio sulla strada di

Nicola, verso la realizzazione del suo sogno, fu Federico Castagna, responsabile territoriale della Confartigianato Fabriano, che oltre a fornirgli un aiuto concreto per prendere contatto con le attività commerciali e per sbrigare la parte burocratica, lo indirizzò verso Sabrina Riccitelli di Marley, secondo personaggio importante per Nicola, che gli fornirà un aiuto fondamentale per la parte grafica del gioco, esperta nel settore, poiché aveva in precedenza partecipato alla realizzazione di un altro gioco da tavolo, il Baro. “Favrianopoli – La città della carta” il nome del gioco che prende spunto dal gioco da tavolo per eccellenza, più famoso del mondo il Monopoly, la cui versione è adattata sia alla Fabriano storica del passato, ma anche a quella attuale e pur rimanendo simile, tutti gli elementi andavano convertiti in base all’ambientazione fabrianese.

Ci sono quattro caselle del pannello di gioco su cui spicca una piantina geografica della Fabriano d’altri tempi, che sono intoccabili: “In prigione”, “Parcheggio gratuito”, in questo caso il Parcheggione tanto caro ai fabrianesi e il “Via”.


Gli “imprevisti” e le “probabilità” si sono trasformati in "cose velle" e "cose vrutte", con carte apposite che dovranno essere pescate dai due mazzi e che suggeriranno un’azione da compiere. Questa potrà essere positiva o negativa, dipende dalla fortuna. E' stato convertito tutto, mantenendo però gli effetti delle carte e le banconote sono diventati "quattrini" e con questo conio si possono acquistare poi le attività alcune storiche del fabrianese, che hanno deciso di dare un contributo e che compaiono nel tabellone di gioco con la data della loro creazione. Il tutto per vincere la partita conquistando almeno due caselle per lato, ognuno con i colori delle quattro porte di Fabriano, Cervara, Borgo, Pisana e Piano e diventare Mastro Marino. I segnalini dei concorrenti (da due a 6) da otto anni in su, sono simpaticamente rappresentati dall'incudine del fabbro, emblema di Fabriano. Le istruzioni del gioco sono scritte ovviamente su carta filigranata realizzata per l’occasione dal Maestro Sandro Tiberi, e sulla quale il Maestro Teseo Tesei, in vernacolo fabrianese racconta le regole del gioco.


Quando si è in compagnia e, magari, si preferisce stare tutti insieme piuttosto che ognuno sul proprio smartphone, è bello poter passare il tempo facendo qualcosa di divertente. Magari come le festività natalizie, per le quali Favrianopoli, potrebbe rappresentare anche l’occasione per fare un regalo simpatico e utile per la comunità, poiché l’intero ricavato derivato dalle donazioni e dalle vendite della scatola sarà devoluto all’Associazione Oncologica Fabrianese. E chissà che in futuro se ne possano realizzare altre versioni. Il gioco sarà commercializzato oltre che da Marley Fabriano (contattabile al 3477051751) di Sabrina Riccitelli, anche da cartoleria libreria Lotti, Casabella, edicola Guido La Rovere, e inoltre si potrà contattare i numeri 3342441598 (Nicola)- 3384144805 (Gianni)- (anche whatsapp).

STEFANO BALESTRA

 

giovedì 16 settembre 2021

I LAVORATORI DI GENGA DELL’ARISTON THERMO GROUP: “ BUON COMPLEANNO PRESIDENTE”


Come diceva il poeta inglese John Donne: “nessun uomo è un’isola”, ed è proprio nei momenti più bui e difficili della nostra esistenza che il calore e l’affetto degli altri ci da la spinta per superarli. Ma è ancora più bello avere la vicinanza degli altri nei momenti belli, come può essere il festeggiare il proprio compleanno.

E domani, Francesco Merloni fondatore  e presidente onorario della Ariston Thermo Group infatti compirà 96 anni e i lavoratori del sito di Genga intendono fare al loro presidente gli auguri di buon compleanno. Lo scorso anno Francesco Merloni, aveva trascorso il compleanno presso l’ospedale di Torrette, perché vittima del Covid, ma ad accompagnarlo in quei difficili giorni, l’affetto di tantissimi, tra i quali i suoi dipendenti, con i quali si è instaurato un rapporto biunivoco di stima, rispetto e affetto, che va oltre il legame lavorativo, accolto in fabbrica all’epoca con uno striscione di benvenuto. Perché ci sono rapporti di lavoro che vanno di là dal semplice assioma padrone e operaio. Si trasformano nel tempo quasi in un rapporto umano più stringente, quasi familiare, cosa rara in tempi di globalizzazione ieri e di globalizzazione post-covid oggi.

A stringersi al presidente in un abbraccio virtuale il direttore del plant Claudio Belingheri e la responsabile delle risorse umane Valentina Secchi, Giacomo Donati, unitamente ai delegati sindacali Filippo Siciliano, Paolo Olivanti e Vincenzo Capitanelli,  a nome di tutti i colleghi.

 

STEFANO BALESTRA

 

giovedì 9 settembre 2021

ER CUPOLONE...

Via Dante di giorno è forse la strada più trafficata di Fabriano. Di notte, nella Fabriano di un irrituale “coprifuoco” e non solo quello dei mesi scorsi, dovuto al lockdown, dove dopo le venti anche il centro storico diventa quasi il “deserto dei tartari”, sin dai tempi delle “vacche grasse” per Fabriano, è un lungo serpentone di asfalto, che collega il centro della città alla periferia, direzione Ancona, con ultimo avamposto i capannoni di Santa Maria, oggi J&P, dove sotto le bandiere dell’Antonio Merloni, rappresentava uno dei capisaldi della potenza economica di Fabriano, e oggi ne rappresenta invece uno dei simboli della deindustrializzazione, nella quale è precipitata, sospesa tra una storia maestosa, un presente dai contorni labili e un domani imperscrutabile. Al suo fianco, nel buio della notte, c'è il cupolone del Pala Guerrieri, fino a qualche tempo fa teatro del basket fabrianese, per quasi quattro decenni, ma anche dell’emergente ginnastica ritmico. Oggi, sembra essere una cattedrale dismessa in perfetto stile pandemico, il palasport è un risuonare di solitudine, rotta solo da alcuni ragazzi che nella notte estiva fabrianese, si divertono giocando a padel lo sport o qualcosa che gli assomiglia in voga in questo momento o da altri, che giocano sul campo di sabbia a beach volley, sport estivo per antonomasia e più in la c’è il centro vaccinale covid, nel lato sud, quello con i disegni dedicati agli angeli del volontariato. Vetri rotti, dai quali s’intravede l’interno del gigante ferito e da altri ancora intatti s’intravedono coppe e trofei a testimonianza di un passato lontano che sembrava, non sarebbe tornato più nel lato nord, polvere e dietro la penombra dell'abbandono.

Quando fino a prima della pandemia, ospitava ogni domenica 2 mila e oltre tifosi festanti per le gesta dei propri eroi in canotta e pantaloncini. I giocatori di quella squadra che sembrava il simbolo della rinascita di tutto il territorio fabrianese. Di quel rito domenicale dei Fabrianesi che è durato in serie A per quasi 30 anni e che nello scorso giugno, proprio alla vigilia di San Giovanni, Patrono di Fabriano, la Ristopro, ha riportato la città della carta sulla cartina geografica del basket che conta, nell’iperuranio della pallacanestro. Perché in fin dei conti, l'amore per il basket a Fabriano è un contagio che non ha mai smesso di far ammalare gli appassionati. Perché Fabriano per il basket nutre una passione smisurata, che continuava a covare sotto le macerie, le ceneri della dolorosissima scomparsa del 2008. La pallacanestro Fabriano è un'istituzione, quasi una religione. Il Pala Guerrieri, era la chiesa laica dei fabrianesi, costretti a emigrare con la squadra nella vicina Cerreto per gioire della cavalcata in serie A e poi da ottobre prossimo in poi a Osimo per il campionato di serie A2. Il ristoro dell'impianto? Chissà? Ora c’è Osimo che ha deciso di “adottare” la franchigia fabrianese. Speriamo che non sia lasciato come tutto purtroppo fa presagire al suo cupo destino, con un futuro da reperto archeologico, scomodo, rovinato, incurabile e ingombrante, non solo fisicamente ma anche per la coscienza di qualcuno. Speriamo che non diventi un luogo fantasma che forse un giorno, nonostante il minestrone di ricordi, marcirà persino nella nostra memoria, che nonostante tutto è dura a morire.

STEFANO BALESTRA

martedì 7 settembre 2021

FABRIANO IS BACK

A Fabriano il basket è un'istituzione quasi una religione. Una grande passione smisurata, che emise o primi vagiti negli anni sessanta, anche se in realtà i primi pionieri risalgono a molto prima. E il Pala Guerrieri era, almeno fino a prima della pandemia per i fabrianesi, almeno duemila e forse più, la chiesa laica del rito domenicale della partita. Oggi, a causa dell'inagibilità dello scorso aprile, sembra essere una cattedrale dismessa, in perfetto stile pandemico, il palasport è un risuonare di solitudine. Vetri rotti, polvere e dietro la penombra dell'abbandono.  Un rito che durava in serie A da quasi da 30 anni. Inoltre la squadra sembrava il simbolo della rinascita di tutto il territorio. Terra votata al lavoro e all'industria. Lo sport potrà essere la medicina di una città ferita, inselvatichita, saprà fare da traino per un rinascimento di Fabriano? Potrà accelerare una rigenerazione sociale faticosa, di una città precipitata nel baratro della deindustrializzazione.  Sospesa tra un presente dai contorni la labili e un domani imperscrutabile. Centinaia di persone sono scese in strada lo scorso 23 giugno e questo conta in una città che ha bisogno di rialzare la testa. Perché nello sport come nella vita vincere aiuta a vincere. Perché uno sport di squadra che aiuta a confrontarsi e Fabriano deve rilanciarsi insieme giocando appunto di squadra. Uno squarcio di sole nel cielo grigio. Questa metafora, descrive la promozione in serie A2 della Janus. E così dopo 13 anni di attesa, di incertezze, di illusioni, con una caduta e una rinascita  lenta, sembrava che questo momento non dovesse arrivare mai. E così Fabriano una città con il suo pessimismo e la sua cupezza si e' illuminata, è tornata un po' a risplendere. 5 partite con Cividale ci sono volute a Fabriano per allungare una storia gloriosa, che digiunava una ormai da tre lustri, e  riconquistare la serie A2. Un viaggio lungo non durato venti anni, come quelli impiegati d Ulisse per riabbracciare Itaca e la sua Penelope, in questo caso la serie A, che mancava da 13 anni per la precisione. Il cerchio si è chiuso e Fabriano in back, perché come cantava Venditti, certi amori non finiscono mai, fanno dei giri immensi e qualche volta ritornano. E così Fabriano torna alla ribalta nel piccolo mondo antico dei canestri italiani. E mentre in quei giorni in cui tutti eravamo felici per la nazionale di calcio, dello jesino mancini, Fabriano è tornata a strombazzare e festeggiare anche per quello che non è calcio, che non è la nazionale, ma che a Fabriano è lo “sport nazionale”. E così 13 anni dopo il sole torna a splendere sulla pallacanestro fabrianese, conquistando quella promozione che avrebbe voluto e probabilmente dovuto ottenere un anno fa. A marzo del 2020, quando il campionato e il mondo si fermarono per la pandemia. Dopo la scomparsa del 2008 il DNA cestistico il patrimonio cestistico fabrianese non era andato disperso, il seme della rinascita stava germogliando. La passione covava sotto le ceneri, ed era pronta a riesplodere. Perché in fondo quello che non ti uccide ti rende più forti come diceva quel tale.

STEFANO BALESTRA


giovedì 26 agosto 2021

UN AMICO GENTILE….

 

(Da giocatore con la formazione 66/67)
  “Per me era un amico gentile”.  Così Fabrizio Abbati, il “biondo” della pallacanestro fabrianese ricorda Ugo Sghiatti recentemente scomparso alla vigilia di ferragosto. Forse le parole di Fabrizio sintetizzano al meglio la figura di Ugo, il cui decesso è avvenuto a Mosca in Russia dove ormai si era trasferito dalla metà degli anni ’90 e aveva messo su famiglia. Ugo aveva dato tanto alla pallacanestro fabrianese. Scorrendo il libro Fabriano & il basket di Sandro Petrucci, la bibbia di quegli anni magici e unici del basket di casa nostra, si possono vedere come nelle foto all’epoca in bianco e nero delle compagini, ci sia la presenza quasi costante di Sghiatti e di Giuliano Guerrieri, quello che unanimemente viene riconosciuto come l’uomo in grado di far fischiare il treno della pallacanestro di Fabriano. Sia nelle squadre dei tornei cittadini notturni che in quelle che portarono Fabriano all’escalation dalla prima divisione alla serie A. Dapprima come giocatori poi come guida tecnica. Dalla squadra del 1966/67, sulle cui canotte campeggiava lo sponsor Salumificio Fabrianese, che partecipò al campionato di Prima Divisione, la prima nella storia del Fabriano Basket impegnata in una competizione ufficiale e poi appunto nel basket che contava.
(Alla guida della Libertas Fabriano)

Ugo e Giuliano, due personalità che si completavano, forte, autoritario, determinato, un despota come si definiva, il secondo, di tutt’altra pasta Ugo, con il suo fare tranquillo, ma comunque profondo conoscitore di basket, anch’esso determinato e che aveva avuto in tanti anni un maestro di prim’ordine come Guerrieri. Una crescita anno dopo anno del Fabriano Basket, vittoria dopo vittoria, promozione dopo promozione, vissuta in simbiosi o quasi tanto che quando, nel bel mezzo della Poule A per la promozione in serie A2, nel febbraio del 1979, Giuliano Guerrieri si dimise, perché la “creatura” che aveva costruito non la sentiva più “sua”, poiché il clima non era più quello che aveva favorito il germogliare dei successi cartai, la squadra fu affidata proprio a Ugo Sghiatti. Il presidente Enzo Carnevali, anche lui scomparso lo scorso aprile convinse Guerrieri a rimanere nella società come direttore tecnico e affidò la squadra che appariva in crisi di nervi come detto a Sghiatti, poi affiancato dal pesarese Giorgio Secondini.  Le prime partite non sembravano aver destato dal torpore quel gruppo che Guerrieri aveva creato e plasmato come detto con vigore e quando la stagione sembrava, ormai segnata la squadra infilò ben nove successi di fila compreso l’ultimo contro Brindisi. Un ruolino di marcia entusiasmante che regalava a Fabriano il primo posto in classifica e il vantaggio del fattore campo proprio nella finale contro Brindisi… E poi tutti sappiamo come andò a finire, con l’apoteosi del Fabriano Basket. Quando tutto sembrava essere perduto, Sghiatti invece, senza far troppo rumore com’era suo carattere, con la stessa discrezione di chi conosceva allo stesso modo la quiete e la tempesta, riuscì a ricucire con la tranquillità, una delle sue doti, quel gruppo composto da fabrianesi e pesaresi e a riannodare i fili di quella squadra che le dimissioni di Guerrieri sembravano aver reciso irrimediabilmente per sempre. Era anche il successo di un uomo all’apparenza mite, ma al contempo determinato e appassionato e tecnicamente preparato, con il quale si stava bene insieme anche al di fuori del parquet, -come ricorda Fabrizio-. Terminata quella magnifica avventura, Ugo sedette diverso tempo sulla panchina della Libertas, la seconda società di Fabriano, impegnata nel campionato di promozione, e contribuì a diffondere il verbo della palla a spicchi anche in altre realtà limitrofe, come ad esempio a Sassoferrato.

STEFANO BALESTRA


SELEZIONE MISS BLUMARE, BELL’EVENTO AL BAR DI CANCELLI


Grande successo a Cancelli per la selezione del concorso nazionale di bellezza Miss Blumare 2021, la cui finale si svolgerà a bordo di una nave da crociera della flotta MSC il prossimo ottobre. La manifestazione, tappa provinciale della selezione della regione Marche che si è svolta  presso il Bar della simpatica frazione di Fabriano, ha richiamato, in una serata d’agosto meteorologicamente molto gradevole, un bel  pubblico, composto e sempre rigorosamente rispettoso delle normative anti contagio, ad applaudire sonoramente l’organizzazione e le quattordici partecipanti, tutte della nostra regione. Cancelli,  nonostante l’assenza causa covid 19, anche per quest’anno dopo il 2020, della tradizionale e storica Sagra della Lumaca, ha reso vivaci le serate di Agosto, anche con questo evento.

La giuria guidata dalla capitana Giorgia Alessandrini, cancellana DOC e a sua volta ex miss di qualche anno fa, ha decretato vincitrice la ventiduenne fanese Luna Marchesi. Tra le partecipanti anche due fabrianesi, Adriana Morri e Alice Trombetti. Un ringraziamento particolare va a tutto lo staff di Blumare, che ha permesso la realizzazione dell’evento così come gli sponsor che hanno supportato la manifestazione. Si lavora perché si possano realizzare altri eventi.

STEFANO BALESTRA

martedì 17 agosto 2021

GRANDE SUCCESSO A SASSOFERRATO PER L’OTTAVA EDIZIONE DEL TORNEO DI TENNIS OPEN


( i due finalisti con i membri del direttivo del'ASD tennis Sassoferrato)

Grande successo per l’ottava edizione del torneo di tennis open di Sassoferrato, con affiliazione FIT. A vincere il titolo è stato il siciliano Luca Potenza (cat.2.1) che in finale ha sconfitto il laziale Gabriele Noce, (cat 2.2), per 6/0, 6/4. Il vincitore in semifinale si era sbarazzato di Giorgio Ricca 7/6, 7/6, mentre l’altro semifinalista aveva prevalso per 4/6, 6/1, ritiro, su Acquaroli.  La manifestazione che vedeva al via 72 partecipanti, di cui 25 seconda categoria tra cui alcuni tra i più forti d’Italia, aveva preso il via il 28 luglio per concludersi con la finalissima del 13 agosto, ha richiamato un gran numero di appassionati di tennis di sportivi ma anche di semplici cittadini, non solo sassoferratesi. Grande soddisfazione per gli organizzatori del torneo, i soci del Tennis Club Sassoferrato A.S.D., per quello che risulta essere il più importante evento tennistico delle Marche e uno dei più importanti di Italia a livello open, che metteva in palio ben 7000 euro di montepremi. La riuscita della manifestazione è dovuta anche all’aiuto dell’Amministrazione comunale sentinate, guidata dal sindaco Maurizio Greci. Fondamentale anche il supporto dei main sponsor dell’evento, la Marester, Emis e Blu engineering, insieme a tanti altri. Inoltre numerosi eventi culinari hanno fatto da cornice alla manifestazione per socializzare in compagnia. Le eccedenze dei ricavi degli sponsor, al termine della manifestazione, saranno devolute alla Croce Rossa Italiana di Sassoferrato.
(I due finalisti)

STEFANO BALESTRA

sabato 31 luglio 2021

DAL 28 LUGLIO AL 13 AGOSTO A SASSOFERRATO, SECONDA EDIZIONE DEL TORNEO DI TENNIS OPEN




di STEFANO BALESTRA

E’ stata presentata l’ottava edizione del torneo di tennis di Sassoferrato, con affiliazione Fit. Dopo lo stop dello scorso anno dovuto al Covid, il tennis a Sassoferrato torna in grande spolvero, con  il più importante evento delle Marche e uno dei più importanti di Italia a livello open. La manifestazione illustrata alla presenza del sindaco di Sassoferrato, Maurizio Greci e dell’assessore con delega allo sport Riccardo Zoppi, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, che ha fornito un grosso supporto e patrocinio, è organizzato dal Tennis Club Sassoferrato A.S.D. e mette in palio ben 7000 euro di montepremi. Gli iscritti che gareggeranno fino alla finalissima in programma il 13 agosto, nel “main draw” di singolare maschile, sono 72, tra cui 25 seconda categoria. Principali   Sponsor dell’evento, uno dei più importanti dell’estate sentinate, sono la Marester, Emis e Blu engineering. Inoltre dal 6 al 12 ci saranno eventi culinari per socializzare in compagnia. Le eccedenze dei ricavi degli sponsor, al termine della manifestazione, saranno devoluti alla Croce Rossa Italiana di Sassoferrato, i cui rappresentanti hanno presenziato il varo della competizione.


FABRIANO - GRANDE SUCCESSO PER IL II° TORNEO DI TENNIS CITTADINO DEL BORGO

 di Stefano Balestra

Sui campi dell’ASD tennis Borgo Fabriano è andata in scena la seconda edizione del torneo di tennis cittadino. Due i tabelloni in programma, quello del singolare maschile, che ha visto ai nastri di partenza sessanta partecipanti e quello del doppio misto, con diciassette coppie a darsi battaglia. Il tennis è sicuramente uno degli sport maggiormente praticati in questa estate post coronavirus, grazie anche allo stimolo dei successi di Matteo Berrettini e Jannick Sinner.  Nel primo main draw, quello del singolare uomini, come detto sessanta gli atleti scesi in campo senza risparmiarsi in ogni incontro, con Giacomo Grossi a prevalere in finale su Gianni Regno per 7/5 - 5/7 - 10/5, nel supertiebreak e quindi a succedere nell’albo d’oro a Gabriele Pegolo, vincitore della prima edizione. In semifinale Grossi aveva avuto la meglio su Attilio Loretelli, mentre Regno si sera sbarazzato di Michele Mecella. Invece nel doppio misto sul gradino più alto del podio si è issata la coppia formata da Piergiorgio Castelli e Cristina Guerci, al secondo si è piazzata la coppia composta da Gianni Regno e Barbara Persigilli, che si erano aggiudicati l’edizione 2020. Le altre coppie semifinaliste sono state quelle formate da Cataldo Giordani e Daniela Sagrati, battuti da Guerci/ Castelli e quella formata dai fratelli Prato, Cristina e Marcello, sconfitti da Regno/Persigilli. Buona l’organizzazione del torneo sotto l’egida del Presidente - factotum del Circolo, Gabriele Cesari, confermato anche dalla discreta cornice di pubblico che ha assistito a tutte le partite del torneo.

(Giacomo Grossi)

Un ringraziamento particolare va all’assicurazione Cattolica di Giulio Bennani che ha messo a disposizione i trofei per i vincitori. Ma il circolo ASD Borgo non si ferma, infatti, dopo il corso intensivo di tennis delle scorse settimane, già progetta il futuro oltre la stagione estiva, da settembre riprenderanno i corsi di cardiotennis e i corsi di gruppo per bambini e adulti di livello amatoriale e agonistico, che già negli scorsi anni, avevano fatto registrare un notevole successo di adesioni.





 

giovedì 1 aprile 2021

LEONARDO UN AMICO CHE NON SI DIMENTICA

 di Stefano Balestra


Mi alzai una mattina di quaranta anni fa per andare a scuola... Era una bella giornata di sole come quelle di questi giorni, ed ero contento di poterti rivedere amico mio e continuare a parlare come avevamo fatto la sera prima... Invece una volta arrivato a scuola, la terribile notizia, eri morto, sul campo di basket, il tuo cuore ti aveva tradito... Proprio quel cuore che tu mettevi in ogni cosa che facevi... Eri un idolo per noi, i ragazzi di via Loreti e della Ceramica, qualsiasi sport facessi, tennis, ping pong, pallavolo, basket, calcio, con la nostra Atlas con la quale sfidavamo tutti a Fabriano, avevi successo... Un giorno che sembrava un’eternità, con il sole radioso che illuminava la giornata che configgeva con la tristezza dentro il mio cuore… Non mi capacitavo della tua scomparsa, c’eravamo lasciati la sera prima davanti a casa tua a parlare di calcio, tu della Juventus io dell’Inter, di pallacanestro, di sport e di tante cose da fare insieme. Allora a differenza di oggi, era sufficiente un pallone, un paio di scarpette, quattro amici per passare ore e ore a correre a perdifiato e a divertirsi senza tanti grilli per la testa. Molti non lo avranno conosciuto se non perché a lui è intitolato il vecchio Palazzetto dello sport, ma in tanti che oggi che navigano oltre i cinquanta, il suo ricordo è quanto mai vivissimo. Leonardo Cesari scomparve il 24 marzo 1981, proprio pochi giorni prima dello start del torneo cittadino di basket che fu intitolato poi dagli organizzatori e dagli amici di Leonardo alla sua memoria.

Leonardo aveva fatto dello sport la sua vera e propria ragione di vita, anche perché madre natura gli aveva donato doti fisiche e atletiche uniche e aveva un talento innato per lo sport, che in sostanza gli permetteva di eccellere in qualsiasi attività praticasse, dal basket, al calcio, al tennis al ping  pong.

Leonardo aveva poco più di diciotto anni, ed era la punta di diamante di una piccola squadra la Meton, nata l’anno prima da un gruppo di amici appassionati di basket la cui febbre imperversava in quegli anni nella città della carta, e trascinò questo gruppo di neofiti a un secondo posto nel campionato juniores 80/81 alle spalle dell’Honky Jeans e proprio davanti agli occhi di Alberto Bucci nella partita con i cugini che schieravano Servadio, Gambelli, Riccitelli, Rossi, nonostante la sconfitta Leonardo sciorinò una prestazione monstre, 32 punti e 14 rimbalzi, essendo alla fine del campionato il migliore della Meton.


Un vero e proprio esempio, sia come sportivo sia come uomo, nonostante la sua giovanissima età, sempre sereno, aperto, gioviale, amico simpaticissimo, un ragazzo esemplare, dalla vitalità incredibile, le cui orme furono poi prese dal fratello Gabriele anche lui di talento per lo sport.

Poi però la dura impietosa legge della vita decise di separarlo da ciò che amava di più, ma soprattutto da chi amava e da chi lo amava.

La vita è fatta di pagine belle, di grandi emozioni e di pagine brutte e dolorose, di amici rapiti dalla fatuità della vita che però rimangono fino alla fine dei tuoi giorni indelebilmente nella tua memoria...

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