giovedì 16 settembre 2021

I LAVORATORI DI GENGA DELL’ARISTON THERMO GROUP: “ BUON COMPLEANNO PRESIDENTE”


Come diceva il poeta inglese John Donne: “nessun uomo è un’isola”, ed è proprio nei momenti più bui e difficili della nostra esistenza che il calore e l’affetto degli altri ci da la spinta per superarli. Ma è ancora più bello avere la vicinanza degli altri nei momenti belli, come può essere il festeggiare il proprio compleanno.

E domani, Francesco Merloni fondatore  e presidente onorario della Ariston Thermo Group infatti compirà 96 anni e i lavoratori del sito di Genga intendono fare al loro presidente gli auguri di buon compleanno. Lo scorso anno Francesco Merloni, aveva trascorso il compleanno presso l’ospedale di Torrette, perché vittima del Covid, ma ad accompagnarlo in quei difficili giorni, l’affetto di tantissimi, tra i quali i suoi dipendenti, con i quali si è instaurato un rapporto biunivoco di stima, rispetto e affetto, che va oltre il legame lavorativo, accolto in fabbrica all’epoca con uno striscione di benvenuto. Perché ci sono rapporti di lavoro che vanno di là dal semplice assioma padrone e operaio. Si trasformano nel tempo quasi in un rapporto umano più stringente, quasi familiare, cosa rara in tempi di globalizzazione ieri e di globalizzazione post-covid oggi.

A stringersi al presidente in un abbraccio virtuale il direttore del plant Claudio Belingheri e la responsabile delle risorse umane Valentina Secchi, Giacomo Donati, unitamente ai delegati sindacali Filippo Siciliano, Paolo Olivanti e Vincenzo Capitanelli,  a nome di tutti i colleghi.

 

STEFANO BALESTRA

 

giovedì 9 settembre 2021

ER CUPOLONE...

Via Dante di giorno è forse la strada più trafficata di Fabriano. Di notte, nella Fabriano di un irrituale “coprifuoco” e non solo quello dei mesi scorsi, dovuto al lockdown, dove dopo le venti anche il centro storico diventa quasi il “deserto dei tartari”, sin dai tempi delle “vacche grasse” per Fabriano, è un lungo serpentone di asfalto, che collega il centro della città alla periferia, direzione Ancona, con ultimo avamposto i capannoni di Santa Maria, oggi J&P, dove sotto le bandiere dell’Antonio Merloni, rappresentava uno dei capisaldi della potenza economica di Fabriano, e oggi ne rappresenta invece uno dei simboli della deindustrializzazione, nella quale è precipitata, sospesa tra una storia maestosa, un presente dai contorni labili e un domani imperscrutabile. Al suo fianco, nel buio della notte, c'è il cupolone del Pala Guerrieri, fino a qualche tempo fa teatro del basket fabrianese, per quasi quattro decenni, ma anche dell’emergente ginnastica ritmico. Oggi, sembra essere una cattedrale dismessa in perfetto stile pandemico, il palasport è un risuonare di solitudine, rotta solo da alcuni ragazzi che nella notte estiva fabrianese, si divertono giocando a padel lo sport o qualcosa che gli assomiglia in voga in questo momento o da altri, che giocano sul campo di sabbia a beach volley, sport estivo per antonomasia e più in la c’è il centro vaccinale covid, nel lato sud, quello con i disegni dedicati agli angeli del volontariato. Vetri rotti, dai quali s’intravede l’interno del gigante ferito e da altri ancora intatti s’intravedono coppe e trofei a testimonianza di un passato lontano che sembrava, non sarebbe tornato più nel lato nord, polvere e dietro la penombra dell'abbandono.

Quando fino a prima della pandemia, ospitava ogni domenica 2 mila e oltre tifosi festanti per le gesta dei propri eroi in canotta e pantaloncini. I giocatori di quella squadra che sembrava il simbolo della rinascita di tutto il territorio fabrianese. Di quel rito domenicale dei Fabrianesi che è durato in serie A per quasi 30 anni e che nello scorso giugno, proprio alla vigilia di San Giovanni, Patrono di Fabriano, la Ristopro, ha riportato la città della carta sulla cartina geografica del basket che conta, nell’iperuranio della pallacanestro. Perché in fin dei conti, l'amore per il basket a Fabriano è un contagio che non ha mai smesso di far ammalare gli appassionati. Perché Fabriano per il basket nutre una passione smisurata, che continuava a covare sotto le macerie, le ceneri della dolorosissima scomparsa del 2008. La pallacanestro Fabriano è un'istituzione, quasi una religione. Il Pala Guerrieri, era la chiesa laica dei fabrianesi, costretti a emigrare con la squadra nella vicina Cerreto per gioire della cavalcata in serie A e poi da ottobre prossimo in poi a Osimo per il campionato di serie A2. Il ristoro dell'impianto? Chissà? Ora c’è Osimo che ha deciso di “adottare” la franchigia fabrianese. Speriamo che non sia lasciato come tutto purtroppo fa presagire al suo cupo destino, con un futuro da reperto archeologico, scomodo, rovinato, incurabile e ingombrante, non solo fisicamente ma anche per la coscienza di qualcuno. Speriamo che non diventi un luogo fantasma che forse un giorno, nonostante il minestrone di ricordi, marcirà persino nella nostra memoria, che nonostante tutto è dura a morire.

STEFANO BALESTRA

martedì 7 settembre 2021

FABRIANO IS BACK

A Fabriano il basket è un'istituzione quasi una religione. Una grande passione smisurata, che emise o primi vagiti negli anni sessanta, anche se in realtà i primi pionieri risalgono a molto prima. E il Pala Guerrieri era, almeno fino a prima della pandemia per i fabrianesi, almeno duemila e forse più, la chiesa laica del rito domenicale della partita. Oggi, a causa dell'inagibilità dello scorso aprile, sembra essere una cattedrale dismessa, in perfetto stile pandemico, il palasport è un risuonare di solitudine. Vetri rotti, polvere e dietro la penombra dell'abbandono.  Un rito che durava in serie A da quasi da 30 anni. Inoltre la squadra sembrava il simbolo della rinascita di tutto il territorio. Terra votata al lavoro e all'industria. Lo sport potrà essere la medicina di una città ferita, inselvatichita, saprà fare da traino per un rinascimento di Fabriano? Potrà accelerare una rigenerazione sociale faticosa, di una città precipitata nel baratro della deindustrializzazione.  Sospesa tra un presente dai contorni la labili e un domani imperscrutabile. Centinaia di persone sono scese in strada lo scorso 23 giugno e questo conta in una città che ha bisogno di rialzare la testa. Perché nello sport come nella vita vincere aiuta a vincere. Perché uno sport di squadra che aiuta a confrontarsi e Fabriano deve rilanciarsi insieme giocando appunto di squadra. Uno squarcio di sole nel cielo grigio. Questa metafora, descrive la promozione in serie A2 della Janus. E così dopo 13 anni di attesa, di incertezze, di illusioni, con una caduta e una rinascita  lenta, sembrava che questo momento non dovesse arrivare mai. E così Fabriano una città con il suo pessimismo e la sua cupezza si e' illuminata, è tornata un po' a risplendere. 5 partite con Cividale ci sono volute a Fabriano per allungare una storia gloriosa, che digiunava una ormai da tre lustri, e  riconquistare la serie A2. Un viaggio lungo non durato venti anni, come quelli impiegati d Ulisse per riabbracciare Itaca e la sua Penelope, in questo caso la serie A, che mancava da 13 anni per la precisione. Il cerchio si è chiuso e Fabriano in back, perché come cantava Venditti, certi amori non finiscono mai, fanno dei giri immensi e qualche volta ritornano. E così Fabriano torna alla ribalta nel piccolo mondo antico dei canestri italiani. E mentre in quei giorni in cui tutti eravamo felici per la nazionale di calcio, dello jesino mancini, Fabriano è tornata a strombazzare e festeggiare anche per quello che non è calcio, che non è la nazionale, ma che a Fabriano è lo “sport nazionale”. E così 13 anni dopo il sole torna a splendere sulla pallacanestro fabrianese, conquistando quella promozione che avrebbe voluto e probabilmente dovuto ottenere un anno fa. A marzo del 2020, quando il campionato e il mondo si fermarono per la pandemia. Dopo la scomparsa del 2008 il DNA cestistico il patrimonio cestistico fabrianese non era andato disperso, il seme della rinascita stava germogliando. La passione covava sotto le ceneri, ed era pronta a riesplodere. Perché in fondo quello che non ti uccide ti rende più forti come diceva quel tale.

STEFANO BALESTRA


Post in evidenza

#PlacesthatMatter: Melano, Italy

CI SONO ANCHE IO!!!